"Solo il Nord" non basta. Anzi, potrebbe persino avere ricadute negative sulla
lotta decentralista per l’autogoverno dei territori in Italia, in Europa, in
tutto il mondo. La manifestazione di ieri (sabato 15 ottobre 2018) a Venezia,
promossa da Grande Nord, ha mostrato tutti i limiti del voler riproporre il
vecchio leghismo “ma stavolta più duro, più puro”…
Basterebbe ricordare che Grande Nord ripropone uno dei più gravi difetti
della vecchia Lega Nord di Bossi, la sottomissione degli attivisti dell’intero
Nord a un unico centro di comando milanese, per confermare un ampio
scetticismo.
Ma noi crediamo sempre nella possibilità di “con-vincere” gli attivisti
autonomisti e indipendentisti delle terre del Nord ad allargare i loro
orizzonti, a venire a dialogare con noi del Comitato Libertà
Toscana (e con le nostre forze sorelle del Patto per l’Autonomia
– FVG, Autodeterminatzione Sardegna, Siciliani Liberi), oltre che con tutte
le forze già in rete, con tutte le loro diversità che sono la nostra ricchezza,
attraverso APL ed EFA, oltre che su pagine sociali come Coordinamento
Identitario e Popoli Sovrani (e tante altre!).
Per questo rilanciamo volentieri un articolo benevolo ma insieme critico e
stimolante, scritto da Stefania Piazzo per L’Indipendenza Nuova.
Il ribellismo anarchico diffuso in gran parte dei ceti produttivi, nelle
città padane più industrializzate (ma anche più inquinate dal punto di vista
ambientale e più minacciate nella loro tenuta sociale, culturale e spirituale),
può e deve trovare sbocco in una cultura decentralista più profonda, meno
cinica, più seria.
Noi ci siamo, nordisti, per un dialogo profondo e per stringere anche
le necessarie alleanze fra decentralisti, purché comprendiate che è tempo di
studiare e cambiare, non di ripetere gli errori politici, amministrativi,
ambientali, economici e sociali commessi dal vecchio leghismo. E che continuano
ancora oggi, anche con il leghismo “dal volto umano” di Zaia e Fontana.
Per non finire subalterni all’estremismo della nostalgia del passato, per
non finire asfaltati dalla nuova al-LEGA-nza nazionale di Salvini, occorre rimboccarsi le macchine
(cosa che le persone del Nord sanno fare benissimo), ma anche accettare di
tornare a studiare le fonti dell’anticolonialismo, del federalismo italiano ed
europeo, della resistenza meridionale, delle grandi intuizioni autonomiste dei
nostri padri socialisti, cristiano-sociali, libertari e ambientalisti.
Occorre prepararsi per
cambiare, incamminandosi sulla strada degli esempi virtuosi che abbiamo davanti
in Scozia, Catalogna, Corsica.
Comitato per la Libertà Toscana
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