CORONAVIRUS, DEFENDER EUROPE 2020 E IL MES: LA GUERRA INVISIBILE E’ SERVITA


Mentre il paese chiude tutto per proteggersi dall’epidemia di Coronavirus, carri armati, blindati e sottomarini sono liberi di scorrazzare sui nostri territori senza che nessuno dica niente. In questo scenario da film apocalittico nel quale siamo stati scaraventati nel giro di poche settimane, sulla rete si diffondono video e immagini che ritraggono militari americani che circolano nelle strade di Pescara e Palermo, nonostante che fosse in vigore il coprifuoco con le strade svuotate di persone.

Non ci è certo sfuggita la strana coincidenza legata al fatto che nel bel mezzo di quella che l’OMS ha dichiarato quale essere una pandemia, le forze armate d’oltreoceano possono macinare strade e chilometri, senza avere la benché minima protezione, al contrario di quanto invece a noi viene richiesto e imposto. Occorre però ricostruire quanto sta accadendo, per provare a dare un’interpretazione sufficientemente razionale a fatti che, apparentemente, sono scollegati fra loro ma che in realtà potrebbero avere un filo conduttore che ci porta ad uno scenario da guerra fredda e che pone più di un legittimo interrogativo. 

Ma andiamo con ordine.

Secondo quanto dichiarato dal giornalista e scrittore, Manlio Dinucci alla web-tv indipendente Byoblu “il 4 e il 5 marzo, a Zagabria c’è stata una riunione dei ministri della difesa dei 27 paesi dell’Unione Europea, di cui 22 appartenenti alla NATO ed a cui ha preso parte anche il Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica, Stoltenberg. Tema centrale, la mobilità. Non quella legata all’emergenza coronavirus, bensì quella militare. Un concetto ben preciso, che non è certo nato oggi. Nello specifico, il tema era come potenziare la rete dei trasporti europei per far circolare liberamente, non camion o autovetture, bensì carri armati e blindati americani sul territorio europeo. Il Segretario
Generale della NATO, ha indicato la grande esercitazione “Defender Europe 20”, quale test decisivo per la mobilità europea in quanto costituisce il più grande dispiegamento di forze militari, dalla fine della guerra fredda. Stanno arrivando in queste ore dagli Stati Uniti, altri 20.000 soldati che si aggiungono agli altri 10.000 già presenti in Europa. Il numero di equipaggiamenti militari, ammonta a 33.000 pezzi cui poi vanno aggiunti altri 7.000 soldati degli altri paesi aderenti alla NATO. Dagli anni ’90, le infrastrutture europee sono state costruite per scopi civili, mentre la NATO adesso ha la necessità di spostare le proprie truppe in maniera veloce. La NATO però non ha gli strumenti né legislativi, né economici per potersi spostare liberamente sul Vecchio Continente. Com’è stato risolto il problema? Semplice, se ne occupa l’Unione Europea. Facciamo un esempio. Abbiamo un ponte, sul quale circolano auto e camion civili. Ma se devono passarci carri armati e blindati che sono più
pesanti, non ce la fanno. A quel punto, l’Unione Europea deve individuare quali sono quei ponti che possano sopportare il peso del passaggio di questi mezzi militari. E se ciò non è possibile, o demolisce quelli già esistenti o ne costruisce di nuovi. In base a questo criterio, si prendono i carri armati Abrahms che pesano circa 75 tonnellate e si fa il test di carico sul ponte.

Senza essere dei tecnici, appare chiaro che su un qualsiasi ponte civile questi mezzi non possono circolare. Chi paga il conto? L’Unione Europea, che contribuisce a questa spesa, destinando circa 30 miliardi di Euro per facilitare la mobilità militare. Nell’esatto momento in cui l’Italia è alle prese
con l’emergenza antivirus e che se continua di passo le piccole e medie imprese che ne costituiscono la sua ossatura economica, saranno costrette alla chiusura, l’Unione Europea pensa ad accontentare gli USA che chiedono un’area Schengen militare, in cui possano liberamente circolare soldati e armi. 

Questa grande esercitazione militare, sarà un test decisivo perché permetterà di individuare quelle strettoie che impediscono il passaggio veloce delle truppe e dei mezzi. I primi 300 militari sono scesi abbracciandosi e stringendosi le mani. Una scena normale, ma non certo nell’Europa di oggi alle prese con il coronavirus. Il tutto è avvenuto a Monaco di Baviera, a circa 500 km. da Milano, mentre noi dobbiamo stare a casa e a distanza gli uni dagli altri. Delle due, l’una. O i capi militari sono incoscienti esponendo al rischio contagio i propri uomini, oppure questi soldati sono già vaccinati”.

Già questa ricostruzione ci fa porre più di un legittimo interrogativo su quanto sta avvenendo in casa nostra, senza che noi ne stiamo stati messi al corrente da un Governo che ci ha costretto a tapparci fra le mura domestiche, dopo aver colpevolmente sottovalutato la portata e i rischi legati al Coronavirus.
Ma il giornalista va oltre e sostiene che a leggere meglio fra le righe, “in realtà, dovremmo essere protetti da una fantomatica minaccia. Non certo le voci che parlano della presenza dell’armata russa in Pianura Padana, come si vociferava in piena guerra fredda. In questa esercitazione, è previsto che
uomini e mezzi resteranno non fino ad Aprile e Maggio, ma addirittura fino a Luglio! Ora, la domanda che ci facciamo è questa: se ne andranno via tutti, oppure altri se ne aggiungeranno altri creando maggiore tensione nei rapporti con la Russia? Siamo di fronte ad un Defender o a un Invader dell’Europa?

Teniamo conto che due esercitazioni, una in Corea del Sud e una in Israele, sono state annullate per il Coronavirus. Perché qua no, a dispetto di quello che dicono che stanno prendendo le loro precauzioni? Il fatto che ci chiudano in casa, non vuol dire che ci chiudiamo la bocca o peggio il cervello. Le domande che ci facciamo sono logiche, intelligenti e con spirito e senso critico”.
Gli occhi su questa fantomatica minaccia sono tutti rivolti alla Russia, che si è blindata da quando è iniziata l’emergenza sanitaria e il cui sistema difensivo è in stato di massima allerta, dal momento che il contingente americano che sta attraversando il paese da Sud a Nord, si ammasserà proprio ai confini occidentali del gigante eurasiatico, ovvero Germania e Paesi Baltici. Insomma, a dispetto di quello che vogliono farci credere la situazione è inquietante e la patria di Tolstoj non ha alcun tipo di interesse nell’attaccare o invadere i vicini paesi europei. “La Russia – prosegue Dinucci non ha alcun interesse, ed anzi vuole incrementare i commerci con l’Europa, così come dimostrano i rapporti culturali, diplomatici ed economici stretti con l’Italia. Dopo Piazza Maidan in Ucraina, nel 2014, la situazione è cambiata, ed è in corso una “partita” globale in cui vediamo alcune potenze che stanno avanzando politicamente ed economicamente come la Cina, non a caso epicentro del coronavirus. E anche la stessa Russia. Ma a chi servirebbe un conflitto termonucleare? Gli USA stanno perdendo terreno, nonostante una leadership indiscussa durata 75 anni. E stanno cercando il pretesto per peggiorare la situazione complessiva. Ecco che la Russia diventa il nemico da combattere. Non certo, perché non disponga di un significativo potenziale militare e nucleare puntato – è bene sottolinearlo - su basi militari europee, come la nostra di Aviano. Questa è indubbiamente una realtà, ma i russi non vogliono questo perché sanno benissimo che alla fine sarebbe del tutto controproducente. Al Pentagono, c’è chi vuole approfittare della difficile situazione dell’Europa per incrementare il livello di tensione con la Russia. Vedo una connessione con il coronavirus, nel senso di volerlo utilizzare nei suoi effetti collaterali, ingenerando in noi, la paura che può portare a conseguenze aggressive e imprevedibili. Il virus c’è, senza ombra di dubbio, e sta provocando un tributo in termini di morti molto doloroso. Ma ci sono altre malattie come la tubercolosi o l’AIDS che ogni giorno mietono molte più vittime. Quello che voglio dire è che questo virus è stato ingigantito, ed ha portato alla psicosi e al panico che stiamo vivendo”. 

Chi può aver avuto interesse da una situazione del genere? Stando a quel che afferma Dinuccisicuramente non Trump che, quando stava per iniziare un colloquio con Putin, si è visto puntare contro il Russiagate con un fallito tentativo di impeachment per alto tradimento. Non è il solo a decidere, perché dietro ci sono ambienti non visibili che spingono verso l’acutizzazione del confronto con la Federazione Russa. L’Italia cerca di smarcarsi, ma fa parte della NATO e di tanto in tanto deve andare pure a svolgere delle operazioni di presidio e di controllo nei paesi baltici, come se i russi volessero attaccarci da un momento all’altro. Il rischio che corriamo è che possiamo fare la fine della Grecia, perché se il tessuto delle piccole e medie imprese si blocca saremo costretti ad indebitarci con l’Unione Europea e a metterci a quel punto il cappio al collo, dal momento che lì ormai non sono più liberi di fare nulla. La guerra non è soltanto lo spostamento delle armi e degli eserciti, ma un fenomeno assai più complesso. Siamo in presenza di un confronto su scala globale, e mi pare assurdo pensare ad una Federazione Russa, pronta ad invadere paesi che non destano alcun interesse come le tre piccole repubbliche baltiche. È uno scenario fra il fantaumoristico e il tragico. Questo nonostante la russofobia, che sfocia in un odio assurdo, portato avanti da alcuni esponenti politici. Dovremmo piuttosto avere – conclude – una visione eurasiatica costruttiva e di apertura verso la Russia e i paesi limitrofi come l’Ucraina, invece di chiuderci nella paura così come ci stanno costringendo a fare”.

In un quadro così mutevole, anche l’improvviso cambio di strategia di Donald Trump di fronte all’emergenza coronavirus desta più di una perplessità: dall’iniziale sicurezza alla prudenza con la sospensione dei voli da e per l’Europa e le critiche rivolte all’Unione Europea, il passo è stato molto breve. Anche qui, abbiamo l’impressione – riprendendo le dichiarazioni di Dinucci – che siamo in presenza di uno scontro fra Trump e quel “Deep State” che vorrebbe imporre la propria volontà, continuando a tenere sotto scacco il Presidente. 

Ancora più esplicito, il filosofo Diego Fusaro che parla di “graduale e celere militarizzazione del paese, mentre sta dilagando il contagio e il panico con i carri armati che sfilano copiosi nelle città dando un’immagine macabra, a dispetto di chi dice che si tratti soltanto di un’esercitazione. Non abbiamo certezze granitiche, ma a cosa serve? Serve a proteggerci dalle rivolte delle carceri o a sedare le possibili sommosse che potrebbero verificarsi di qui a poco a seguito della pandemia? Oppure fanno parte di quell’esercitazione chiamata Europe Defender 2020, organizzata dagli americani per accerchiare la Russia e mettere sotto scacco la Cina, eppure provata dal virus? Non
sappiamo quale sia la verità, ma stiamo davvero sospendendo la democrazia e la Costituzione con la militarizzazione di questo paese? Tante domande che eppure pretenderebbero una risposta dal governo…”.

A rendere ancora più inquietante la situazione, circola sul web anche la notizia che gli stessi americani stiano raccogliendo materiale biologico in Russia, per non meglio precisati scopi di ricerca. Non vorremmo apparire complottisti e cospirazionisti, ma questa ci sembra la trama perfetta di un thriller fantascientifico con tanto di presenza di un virus che probabilmente è stato creato in laboratorio, ma così non è. Così come appare a dir poco singolare che – al momento – il maggior
numero di contagi, è stato registrato in Cina, Itaglia e Iran. Le prime due, lo scorso anno, hanno stipulato un importante accordo commerciale chiamato “La Via della Seta” che ha generato sicuramente fastidio in paesi come Francia e Germania, oltre che negli stessi Stati Uniti. Mentre per quanto concerne l’Iran, non è affatto un mistero che il regime degli ayatollah sia in pessimi rapporti con gli americani e non certo da oggi. Non sappiamo se si tratti di una semplice coincidenza o meno, ma ci sembra quantomeno singolare che il coronavirus si sia mostrato particolarmente aggressivo in tre paesi che hanno provocato più di un grattacapo, a quelli che si sono da sempre autoproclamati quali “sceriffi” del mondo.

Se a questo aggiungiamo che il prossimo 16 marzo, il Ministro dell’Economia Gualtieri metterà la firma sul MES (Meccanismo Economico di Stabilità) che ci obbligherà ogni anno a versare centinaia di miliardi a quel pozzo senza fondo che si chiama Unione Europea per salvare il culo alle grandi banche indebitate, si capisce che sotto i nostri occhi stanno accadendo troppe cose strane, che non possiamo assolutamente sottacere. Insomma, il virus può aver senz’altro limitato la nostra libertà di spostarci, ma non certo quella di pensare e di ragionare.

Riproponiamo e rilanciamo, dunque, anche noi gli interrogativi che si sono evidenziati, in questa nostra lunga disamina che speriamo abbia dato un contributo quantomeno alla riflessione e a vedere le cose sotto una diversa angolazione.

1) Quale significato ha la presenza di carri armati, blindati e militari senza mascherina che sfilano liberamente sulle nostre strade, nel bel mezzo di una pandemia?

2) Qual è l’ipotetica minaccia dalla quale l’esercitazione interforze “Europe Defender 2020” dovrebbe proteggerci?

3) Perché il Governo itagliano non ha fatto minimamente cenno e dato spiegazioni, su questi strani movimenti militari sul nostro territorio?

4) In merito al diffondersi del Coronavirus, perché il maggior numero di contagi sinora è stato registrato in Cina, Itaglia e Iran?

5) Perché non viene annullato il MES, con il sistema produttivo delle regioni del Nord (Lombardia e Veneto, in primis, ed in cui – guarda caso – alcuni anni fa, si è tenuta una significativa consultazione
referendaria sull’autonomia) destinato a subire le conseguenze di quelle che si annuncia come una durissima recessione che probabilmente darà il colpo di grazia anche all’economia del Sud?

Francesco Montanino



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