LEGA SUD AUSONIA E VENETO SERENISSIMO GOVERNO: VIA DA ROMA E DA BRUXELLES


 

Venezia - Lega Sud Ausonia e Veneto Serenissimo Governo uniti nel progetto Popoli Sovrani d’Europa. Positivo l’incontro tenutosi lo scorso 1 maggio a Venezia fra una delegazione del principale partito indipendentista del Mezzogiorno, capeggiata dal segretario federale Gianfranco Vestuto e i principali esponenti dello storico movimento venetista. Si è discusso della situazione di grave stallo anche sociale e economico che attanaglia ampie parti della penisola italica e del come trovare una soluzione che possa accontentare realmente tutti i territori, che ancora soffrono l’eccessiva ingerenza di Roma ladrona nella gestione delle problematiche e nei rapporti con i cittadini.


Andrea Viviani - Veneto Serenissimo Governo

La situazione in Veneto – osserva Andrea Viviani, vicepresidente del Veneto Serenissimo Governodal punto di vista sanitario è ancora abbastanza grave, e si fatica ad intravederne una soluzione. Così come, per quello che riguarda la nostra economia, andrà peggio dello scorso anno ed è fondamentale trovare dei validi rimedi. È necessario, innanzitutto, uscire da questa situazione pandemica cercando di competere a livello internazionale con ciò che abbiamo, sfruttando le risorse di cui disponiamo come il nostro territorio e i nostri paesaggi. L’economia è sempre più nelle mani delle multinazionali, e la nostra imprenditoria fa fatica a competere anche con le concorrenti della Cina, del sud-est asiatico e del Sudamerica. Lo ripetiamo da oltre 20 anni che fino a quando siamo sotto i diktat di questo stato centralista, che ci impedisce di scegliere in che modo risolvere i problemi, l’indipendenza è l’unica strada realmente percorribile. Il progetto Popoli Sovrani d’Europa ci trova completamente d’accordo perché va nella direzione di creare la vera Europa dei popoli, in condizioni di pari reciprocità e senza la presenza dello stato centralista”.


Come la Lega Sud Ausonia, anche il Veneto Serenissimo Governo persegue l’obiettivo dell’indipendenza e della libertà della propria terra. Sulla home page del loro sito (https://www.serenissimogoverno.eu), campeggia il numero di giorni che è trascorso da quando è stato tenuto il referendum sull’autonomia. Il 22 ottobre 2017, con un’incredibile affluenza alle urne stimata intorno al 60%, il popolo Veneto espresse in maniera molto chiara e diretta la propria volontà di avviare un processo di negoziazione con Roma, attraverso il quale liberarsi e affrancarsi progressivamente dalle catene del potere statalista itagliano.

Luca Peroni - Veneto Serenissimo Governo

Il referendum – rincara la dose, Luca Peroni - è stato un grande successo di democrazia e noi veneti abbiamo dimostrato di tenerci a temi importanti come l’autonomia e l’indipendenza. Il suo garante, ovvero l’attuale governatore Luca Zaia, non ha mai dimostrato di avere gli attributi per rivendicare questo risultato nella trattativa con Roma. Questa epidemia sta mettendo in crisi l’apparato economico, industriale e artigianale del Veneto; in tal senso come Veneto Serenissimo Governo se, a fronte di questa situazione, il governatore Zaia continuerà a non voler portare avanti il risultato del referendum, allora sappia che non potrà più farsi portavoce del sentimento di libertà del popolo veneto. Siamo convinti che la voglia di autonomia e indipendenza, a dispetto di ciò che vogliono farci credere, anzi sia addirittura aumentata nonostante la pandemia ancora in corso”.

Il Segretario Federale Gianfranco Vestuto esprime tutta la sua soddisfazione per “aver ripreso un percorso intrapreso nel 2013 con il progetto Popoli Sovrani che è un cartello di movimenti indipendentisti e che coinvolge anche altri popoli della penisola italica, aventi lo stesso obiettivo di affrancarsi da Roma. Resta piuttosto da capire che questo modello di Unione Europea ormai è un fallimento e lo abbiamo visto anche nel modo con cui è stata gestita la distribuzione dei vaccini e di come, invece, l’Inghilterra adesso ne stia guadagnando da quando è stata resa operativa la Brexit. Per uscire non solo dall’ITAGLIA ma anche dall’Europa, è necessario avviare un percorso in cui i territori – sulla base di principi sanciti anche dal diritto internazionale - ritrovino dapprima la propria libertà e indipendenza per poi eventualmente andarsi a confederare, anche a livello internazionale con altri popoli come i baschi, i corsi, i catalani…..L’incontro con gli amici del Veneto Serenisimo Governo, che è un altro movimento indipendentista storico, è stato positivo, e in un momento di grande confusione e sbandamento generale dello stato itagliano come quello attuale, potrebbe dare una risposta politica concreta basata sui fatti, e non più sulle chiacchiere….”.

Gianfranco Vestuto - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani

Il discorso è poi inevitabilmente caduto sulle prospettive del Mezzogiorno dove il Recovery Plan rischia di essere il replay della fallimentare è defunta Cassa per il Mezzogiorno, per l’impronta decisamente assistenzialista di cui sono permeate le sue misure. “Questa iniezione artificiale di denaro pubblico proveniente da un’Europa che ricordo paghiamo profumatamente – evidenzia il segretario federale Vestuto – comporta la genuflessione delle nostre popolazioni, nei confronti di un consesso liberticida come l’Unione Europea, che invece rappresenta il potere bancario e finanziario. Il Recovery Plan genererà un consenso politico marcio che ben conosciamo e scatenerà gli appetiti delle organizzazioni criminali e malavitose presenti sul nostro territorio, pronte ad incamerare soldi che non porteranno alcuno sviluppo al Sud. Sud che ha un potenziale enorme se solo riuscirà a slegarsi dagli anacronistici e fallimentari lacciuoli itagliani ed europei, che continuano a far sì che i giovani emigrino altrove per lavorare, lasciando la parte più anziana a vivere in condizioni di povertà. Di fatto, sono stati desertificati interi territori anche in quei settori fondamentali della nostra economia come il turismo o l’agricoltura. Ecco perché sostengo che il Mezzogiorno deve stare molto attento e diffidare dall’efficacia e dalla positività di strumenti del Recovery Plan che sarà la sua tomba definitiva. Non abbiamo più bisogno delle imposizioni di Roma o Bruxelles che ci dice di gettare al macero le nostre arance, solo perché dobbiamo consumare ad esempio quelle della Spagna o del Marocco. E questo vale per tutti i prodotti. Nel momento in cui riprendiamo in mano le nostre vocazioni territoriali – ha poi concluso - ci riapproprieremo di quel potere economico e contrattuale che ci permetterà quell’unità di destino, che da sempre è stata la forza vincente del nostro territorio”.


Francesco Montanino


Le video interviste:










Commenti