I PATRIOTI: IL PARTITO DI DONALD TRUMP SI PRESENTA IN ITALIA

 

Era da tempo che se ne parlava ed in effetti gli strani incontri iniziati qualche anno fa tra Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e Aleksandr Dugin, filosofo ed ideologo molto vicino a Vladimir Putin, avevano fatto capire gli interessi del Patriot Party per l'Italia.  Ambedue, Bannon e Dugin, considerano l'Italia come il terreno più fertile per coltivare la spallata alla vecchia Europa. Così oggi, 20 giugno 2021, a Roma presso il Vicariato in via Aurelia 208, si è tenuto il primo incontro pubblico del Patriot Party. Riportiamo qui di seguito una sintesi dei principali interventi. 


Benjamin Harnwell
, rappresentante di Steve Bannon in Italia: “Ci stiamo esponendo contro un sistema corrotto e le élite; ci riverseranno contro ogni tipo di accusa sostenendo che siamo omofobi, nazisti, fascisti, razzisti, ecc.. Dobbiamo essere forti e pronti, ribattendo i loro insulti in qualcosa che va a nostro favore e onore. Siamo all’inizio di un lungo percorso, con un partito che andrà avanti nel tempo. Non ci interessa se partiremo con il 5% dei consensi. Bannon non parla mai di destra o sinistra, per come li conosciamo e li abbiamo ereditati sin dai tempi della rivoluzione francese, perché questi termini si applicavano ad un contesto specifico di un particolare periodo storico. La realtà è che possiamo avere qualche idea di sinistra e di destra. Il suo approccio non va da sinistra verso destra o viceversa, bensì dall’alto verso il basso. Trump ha vinto nel 2016 perché si è rivolto a un elettorato di centro trascurato. In Italia, siamo di fronte ad un incrocio fondamentale perché le scelte dei prossimi 5 anni saranno definitive”.



Francesco Marchese (membro del direttivo del Patriot Party): “Il nostro progetto intende smascherare innanzitutto il disegno criminale che ha portato alla nascita dell’Unione Europea che non è più quella dei Popoli, quanto un qualcosa imperniato su una moneta. Intendiamo presentarci alle prossime elezioni del 2023, con la voglia di riprendere in mano il timone del comando. Oggi molte persone sono disperate”.

Giuseppe Ferrara (responsabile comunicazione del Patriot Party): “Un altro partito sovranista si rende necessario perché i nostri competitor puntano solo sulla geopolitica o la moneta, senza andare invece a parlare all’uomo della strada. Il nostro progetto è anche populista, nel senso che si rivolge a quella maggioranza silenziosa di persone che non si sentono rappresentate dalle istituzioni. Per far ciò, abbiamo bisogno di chi è pronto a rappresentare quella parte di persone che non si arrende. La comunicazione in questi anni si è fatta pericolosa perché tende a manipolare le masse, e questo è stato uno degli errori commessi dai nostri competitor. Vogliamo far capire ai nostri concittadini il pericolo che stiamo correndo e l’emergenza democratica”.



Sergio Montanaro (responsabile organizzativo Patriot Party): “Il nostro compito è quello di operare in sinergia con tutti, compreso chi come Benjamin – pur non essendo italiano – intende far applicare la nostra costituzione, rendendo l’Italia di nuovo un paese sovrano che possa rinegoziare i trattati internazionali. Eliminazione del pareggio di bilancio, emissione di carta moneta, ridare vigore all’imprenditoria italiana liberandola dalla morsa neoliberista, togliere dalle grinfie di certe persone valori come quelli della famiglia. Snellimento della macchina burocratica, dotandola delle migliori tecnologie che però non dovranno mai essere utilizzate per sfruttare le persone quanto piuttosto per migliorarne la condizione di vita. La cura della persona non solo dal punto di vista sanitario, ma anche come persona e slegato da influenze esterne. In merito all’immigrazione, il problema va risolto inserendo un sistema di regole basate sulla reciprocità attraverso il quale possa essere possibile realizzare la vera integrazione. L’uomo va riportato al centro del mondo e non può essere certo utilizzato per meri scopi economici. Gli interessi nazionali dovranno prevalere, in un’ottica di rapporti incentrati alla lealtà con gli altri paesi. Siamo moderati, ma fermi su queste posizioni”.



In questo momento, si stanno rivolgendo a piccole sigle politiche, liste civiche e associazioni. Puntano a partire dal basso e, infatti, gli interlocutori cui si stanno rivolgendo a loro per strutturare un progetto politico pronto a presentarsi alle politiche del 2023, non sono i partiti tradizionali. Su alcuni punti come la lotta all’Europa delle lobby, alla globalizzazione e al mondialismo ci può essere convergenza, su altri (la difesa della Costituzione itagliana) restano sostanziali le differenze, perché l’Itaglia è SEMPRE il problema e non potrà MAI essere la soluzione. Più che a uscire dall’Europa, bisognerebbe innanzitutto sempre prima liberarsi della morsa centralista e statalista dell’ITAGLIA……

Non hanno definito il modo con cui intendono essere presenti sul territorio, così come mi sono sembrati abbastanza vaghi sulla strategia con la quale comunicheranno il proprio progetto politico ai cittadini. Il target di riferimento, è quell’elettorato di centro-destra che oggi non vota più la Meloni e Salvini. Confermo che potrebbe andare a pescare voti fra gli elettori di Forza Itaglia, anche se in generale quel 40% che rappresenta il non voto è il loro obiettivo.

M.F.


Commenti