L’UNIONE EUROPEA HA I GIORNI CONTATI

 


Le recenti prese di posizione di Francia, Germania e persino del Vaticano nella persona di Papa Francesco, in merito al conflitto russo-ucraino, rappresentano il segnale più evidente che la posizione guerrafondaia e oltranzista degli USA e anche del governo Draghi, sta trovando sempre meno proseliti nello scacchiere internazionale e sembra avere le ore contate.

Le spinte verso una guerra non più a livello regionale ma addirittura mondiale con la minaccia dell’utilizzo delle armi nucleari su vasta scala, unite a una politica volta alla tutela dei rispettivi interessi nazionali, hanno portato l’appena rieletto all’Eliseo Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz a smarcarsi dai diktat provenienti da oltreoceano che puntano a un inasprimento ulteriore dei rapporti con la Federazione Russa, sino ad arrivare a una guerra di carattere planetario, dalle conseguenze a dir poco imprevedibili. Appare evidente che si tratta di un fatto molto significativo, perché l’Unione Europea è minata al suo interno proprio da quei due paesi che da sempre ne sono stati l’asse portante, e che quasi 70 anni fa portarono alla nascita dell’allora Comunità Economica Europea, insieme a Belgio, Lussemburgo, Olanda e Italia.

Se a ciò, ci aggiungiamo che anche la Santa Sede con Papa Francesco sta spingendo in maniera convinta verso la ricerca di una soluzione diplomatica del conflitto (per ora) regionale fra Russia e Ucraina, si capisce perché gli attuali scenari potrebbero cambiare in maniera assai repentina e, per certi versi, imprevedibile. Oltre che portare alla sconfitta e al fallimento delle scellerate politiche del presidente americano Joe Bidè(n) che si troverebbe davvero con il cerino in mano, e il Congresso (compresi anche lo stesso schieramento democratico che ne ha perorato la candidatura alla Casa Bianca) pronto più che mai a dargli il benservito.



Tornando agli affari di casa nostra, è ormai sotto gli occhi di tutti che anche lo stesso regime sanzionatorio che il presidente della commissione UE Ursula Von der Leyen si ostina a portare avanti contro la Russia, stia creando una profonda spaccatura fra gli stessi paesi europei. Così come comprovano le forti perplessità manifestate da Austria e Ungheria, che non vedono certo di buon occhio il progressivo embargo totale sul petrolio russo, entro la fine di quest’anno.

Appare lapalissiano che le istituzioni comunitarie continuino a rispondere solo ed esclusivamente ai comandi degli americani, dal momento che non sono mai state in grado di avere una posizione terza ed equidistante sulle tensioni esistenti fra Russia e Ucraina, sin dal lontano 2014. Magari condannando (invece di far finta di niente come hanno sempre colpevolmente e pilatescamente fatto) il genocidio che si è consumato nel Donbass, e che è stato una delle cause scatenanti dell’operazione bellica intrapresa da Putin, a partire dallo scorso 24 febbraio. E prendendo anche le distanze dalle inquietanti spinte neo-naziste manifestate dai governi ucraini che si sono succeduti, dopo il colpo di stato del Maidan del 2014 con il quale è stato destituito Viktor Yanukovic che, ricordiamo ai più smemorati, è stato eletto con regolari e democratiche consultazioni popolari.

Così come la posizione di Mario Draghi (cui è stato promesso il posto quale Segretario Generale della NATO, una volta che sarà concluso il suo mandato come presidente del consiglio nel nostro paese, naturalmente mai eletto dai cittadini) e dell’intero governo italiano di totale sostegno al regime nazista di Zelenskyi, siano giustificabili solo con la tutela di meri interessi personali che stanno invece affamando e dando il definitivo colpo di grazia alla, già di per sé, traballante economia italiana che ancora non si è ripresa ne’ dalla crisi del 2008. Ne’ tantomeno da quella innescata dalla psico-pandemia che ha visto anche il deterioramento delle libertà fondamentali dei cittadini, da oltre due anni a questa parte con una serie di misure che definire demenziali e criminali, è a dir poco eufemistico.



L’asse franco-tedesco che ne ha decretato la nascita all’indomani della fine della seconda guerra mondiale probabilmente ne decreterà anche la sua stessa conclusione. Volendo ipotizzare lo scenario più probabile, assisteremo che all’avanzata prepotente e inarrestabile dell’EURASIA, e il contemporaneo e definitivo spostamento a est dell’asse geo-politico.

Saremo di fronte ad un nuovo ordine mondiale di cui senz’altro Russia, Cina e l’emergente India saranno gli architravi, a totale scapito degli americani che sono destinati a sprofondare nella loro stessa arroganza, e in un debito pubblico dai contorni a dir poco mostruosi, sempre che anche oltreoceano non cambi qualcosa…. Il cerchio infatti potrebbe, infine, chiudersi con l’auspicabile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump che già sta suonando la carica, in vista delle elezioni di midterm del 2024 che potrebbero completamente ribaltare il risultato (pieno di ombre e di dubbi) con il quale è stato eletto Joe Bidè(n), sotto la spinta di Soros e dell’élite massone e globalista. La nuova Europa che ne verrebbe fuori, sarà quella dei popoli liberi e padroni in casa propria, che scriveranno la parola “fine” su interi decenni di menzogne e soprusi, posti in essere da un manipolo di ricconi paranoici e annoiati, animati soltanto da istinti diabolici e malvagi!

Francesco Montanino






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