L'EX MINISTRO CASTELLI PROVA A RIANIMARE LA LEGA MA L'EFFETTO E' DA BOCCIOFILA

 


Pontida – In quello che, ad un tempo, era il luogo in cui di questi tempi ogni anno la Lega Nord si dava appuntamento con i suoi militanti in un momento molto sentito dagli indipendentisti di ogni angolo del Bel Paese, si è tenuta l’assemblea annuale del’Associazione “Autonomia e Libertà”, guidata dall’ex senatore Roberto Castelli. Un evento coperto con diretta su FB, seguito da circa una trentina di persone nonostante il giorno festivo e l’orario comodo: un dato, questo, che dovrebbe far riflettere sulla bontà delle intenzioni di questi nostalgici che abbaiano alla luna parlando di federalismo e indipendentismo, salvo poi nei fatti fare poco o nulla per dare seguito ai loro intenti…..

Ma quali sono gli scopi di questa associazione? Sono a sostegno o si frappongono al fannullone padano Salvini non condividendone le scelte degli ultimi anni? Un dubbio che non è stato ancora del tutto fugato, e che conferma il clima di grande incertezza che si respira all’interno del Carroccio.

Tempo fa, avevamo seguito una loro riunione tenutasi nel varesotto insieme ad alcuni militanti della prima ora ed in cui si era evidenziato il “vorrei, ma non posso” che ne sta contraddistinguendo i primi incerti e titubanti passi. E che è stato confermato anche nell’odierno incontro, pieno sì di belle parole e condivisibili concetti, ma di fatti concreti che poi - come sopra accennato - restano soltanto sogni suggestivi da tenere rigorosamente nel cassetto.



Con “Il patto di lealtà per il Nord – Un impegno politico”, quella parte di Lega che non si riconosce nelle carnevalate del suo “capitano” sembrerebbe che si sia posta il fine, a dir poco ambizioso, di riconquistare un elettorato che – in questi ultimi anni – si è progressivamente allontanato, perché deluso dal tradimento di ideali e valori che considera tuttora irrinunciabili e inestimabili.

Particolarmente interessante e condivisibile, l’intervento di Pierguido Vanalli, sindaco leghista di Pontida, che ha punzecchiato chi in questi anni ha fatto sì che il referendum per l’autonomia del 2017 fosse rimasto lettera morta: In Regione Lombardia - ha osservato - abbiamo votato per l’autonomia, e nulla è successo. Un minimo di semplificazione e di snellimento della burocrazia, non credo sia troppo chiederlo. Ho la tessera della Lega da oltre 30 anni e dico che al Governo avremmo quantomeno dovuto, se non cambiare le regole, quantomeno fare le cose per bene”.



Non può certo bastare a giustificare l’immobilismo totale della Lega, sopratutto in Lombardia e anche in Veneto dove si è votato per l’autonomia, l’essere entrati nel governo dapprima con il M5S per sostenere Conte e poi addirittura con il PD, per tenere in vita l’esecutivo del massone e banchiere Draghi! Lo scopo, nemmeno tanto velato, è quello di partecipare alla spartizione della golosa e succulenta torta rappresentata dal PNRR, che rappresenta il trionfo dell’assistenzialismo e dello statalismo più sfrenati. E il cui prezzo pagheremo molto caro, quando arriverà il momento di restituire (con gli interessi) questi soldi ricevuti in prestito dall’Unione Europea.

Così come appare chiaro che la Lega di oggi (non più del Nord, ma di Salvini) si è troppo affezionata ai palazzi romani perdendo la sua identità, ovvero il primordiale contatto con la gente e con i territori che eppure avevano avuto un ruolo fondamentale nella sua prepotente ascesa nel periodo d’oro, a cavallo degli anni ‘80 e ‘90.



Sostenere che il sistema centralista romano sia un fallimento, salvo poi starsene con le mani in mano per non dargli finalmente la spallata decisiva, e anzi addirittura sostenerlo, è un bizantinismo che richiama alla mente i tempi “belli” del consociativismo e della Democrazia Cristiana, quando aveva un piede a destra e uno a sinistra!

Non è più il momento del cerchiobottismo, quanto piuttosto delle scelte nette e coraggiose, magari partendo da un semplice e sano esame di coscienza. Lo abbiamo ribadito, fin da tempi non sospetti: starsene con due piedi in una scarpa non è più possibile, a meno che questo non risponda a una deprecabile strategia politica volta alla conservazione di privilegi e prebende assortite! La Lega 2.0 scelga cosa intende fare da grande, perché il dibattito sui temi del federalismo e della vera libertà (non certo quella fittizia camuffata da pseudodemocrazia dello stato itagliano!) è qualcosa di troppo serio per poter essere affidato a chi - con la nostalgia di tempi che ormai appartengono al passato - sta cercando disperatamente di riconquistare il consenso perduto, in un modo che ci appare poco serio e credibile!



Chi dichiara pubblicamente di opporsi alle scelte scellerate e naziunaliste di Salvini abbia il coraggio di uscire allo scoperto, e di staccare la spina a lui e all’esecutivo Draghi che sta distruggendo quel poco che è ancora rimasto in termini di libertà e dignità, in questo ridicolo e sgangherato paese! Al Nord come al Sud i cittadini stanno pagando, come al solito, a carissimo prezzo l’insipienza di una classe politica che sta rispondendo esclusivamente agli interessi e ai diktat provenienti da lobby e gruppi di potere, di stanza oltreoceano.



Sino a quando in Lega ci saranno queste pie manifestazioni d’intenti, cui non seguiranno fatti tangibili, saremo alle prese con un’esplosione e un trionfo di peti che si spargeranno al vento con il loro nauseabondo fetore, nonostante il caldo asfissiante di queste settimane! Parafrasando il Manzoni, che ben conoscono da queste parti, possiamo tranquillamente dire che grazie alla Lega (che oggi assomiglia al più a una grande congrega di bocciofile sparse qua e là per la Padania e i suoi dintorni) questo federalismo “non s’ha da fare”.


Francesco Montanino





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