QUI O SI DISFA L’ITALIA, O SI MUORE

 


Milano - “Federalismo, Libertà e Democrazia”: con questi nobili intenti, è stato presentato ieri pomeriggio il nuovo soggetto politico chiamato “Nuova Costituente”. Il federalismo torna dunque ad essere finalmente oggetto di discussione di dibattito nell’agone politico, dopo un lungo letargo causato dalle scellerate scelte del fannullone Salvini e della sua svolta nazionalista con la quale ha definitivamente affossato quel che è rimasto della Lega Nord. Presenti anche membri di associazioni culturali e sigle politiche che confluiranno in “Nuova Costituente”.



Il convegno è iniziato con il saluto del Professor Marco Bassani che, come suo solito, è andato dritto al punto senza utilizzare eccessivi sofismi: “Quello che sta accadendo in questo guazzabuglio nel quale purtroppo viviamo – ha osservato - è molto chiaro: siamo davanti a un mix di centralismo, statalismo, marxismo, Nord, Sud, corruzione (comune a tutte le aree del territorio, perché la classe digerente e non dirigente è la stessa) che ha portato a un disastro chiamato Italia. Siamo sull’orlo del collasso e in questo paese oggi si vedono occhi impauriti, perché quanto accaduto negli ultimi due anni con la pandemia ha messo definitivamente i chiodi sulla bara dei rapporti sociali. Basta mettere insieme centralismo, assistenzialismo, due aree geograficamente e culturalmente vicine ma economicamente contrapposte come Nord e Sud, ed ecco che ci troviamo di fronte al fallimento assoluto di un’istituzione (il Governo italiano) che farà chiudere bottega all’apparato produttivo del Nord, spazzandolo via nel giro di pochi anni. La questione è semplice: si esce da questa situazione o trasferendo la sovranità a Bruxelles, oppure attraverso finalmente una presa di coscienza da parte dei nostri territori. Il Mezzogiorno negli ultimi 30 anni è diventato addirittura più povero dei paesi ex comunisti, ma il problema principale di tutte le popolazioni italiane era e resta l’Italia. La nostra più grande scommessa è quella di disfare l’Italia! Altrimenti, saremo destinati a morire….”



Siamo un elefante in una cristalleria perché c’è una questione cruciale che è quella di riconquistare le libertà fondamentali e la democrazia, attraverso le piccole realtà territoriali nelle quali la gente possa tornare a confrontarsi”. Anche Carlo Lottieri non ha utilizzato mezzi termini e individuato gli obiettivi che si pone Nuova Costituente. “Auspichiamo - ha proseguito - la creazione di un’alleanza con chi vuole l’autogoverno, ovvero quei movimenti federalisti che hanno individuato il loro comune nemico nel Palazzo romano ma non sono mai riusciti a proporre una soluzione politica. Dividendosi, ma con l’obiettivo di rifondare i propri territori anche con chi vive in realtà geografiche diverse. Il tutto responsabilizzando e liberando i territori dal centralismo, e da chi vuole controllare la nostra vita. Questo paese ha enormi problemi come un debito pubblico spaventoso, lo statalismo e l’assistenzialismo ed è l’avanguardia dello sfacelo che presto attraverserà l’Europa. L’autogoverno è un qualcosa di doveroso perché siamo arrivati a una situazione di non ritorno. Dovremo avere il coraggio di abbandonare le vecchie etichette, realizzando un’ipotesi politica che difenda le libertà passando però prima per la liberazione e la rinascita dei territori”. Insomma, una divisione e una secessione che partano dai territori e che liberino le comunità che in essi vivono dalla cappa oppressiva dello stato centralista ita(g)liano. Possibilmente – come abbiamo sempre sostenuto – da suggellare con un referendum attraverso il quale, mandare in soffitta sia Roma ladrona che le mire egemoniche di quella gabbia statalista ed assistenzialista che è diventata l’Unione Europea.



L’intervento di Giancarlo Pagliarini, si è incentrato sul debito pubblico e in particolare su quello pensionistico: “ha ragione Bassani quando dice che non ce la facciamo più e che qui o si cambia la costituzione, o non c’è più niente da fare. Il 22 ottobre del 2017 c’è stato un referendum sull’autonomia in Lombardia e in Veneto che è rimasto lettera morta, a dispetto della chiara volontà dei cittadini. Fra un po' saranno 5 anni e non è stato sinora fatto niente. In Svizzera, per ben 22 volte i cittadini si sono cambiati la costituzione, e quello è un modello sicuramente da seguire. È fondamentale che la sovranità non sia più dello stato, quanto piuttosto dei cittadini e dei territori come già accade con i cantoni. Lo Stato dovrebbe essere il mio servitore e non certo il contrario. Così come è bella l’idea di territori che concorrono fra di loro per garantire benessere e servizi, all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei cittadini. C’è una tendenza ad aspettare di ricevere aiuti da parte dello stato non solo al Sud, ma anche al Nord quando in realtà è arrivato il momento di rimboccarci tutti le maniche, e iniziare a lavorare per cambiare”.

Per il presidente dell’associazione culturale “Gilberto Oneto” Alessandro Vitale, “la proposta politica di “Nuova Costituente” rappresenta l’ultima speranza per non morire, per mano di questo stato centralista. Qui ad Assago, nel 1993, Gianfranco Miglio elaborò il “Breviario di Assago” sulla costruzione di un moderno stato federalista e credo che da quell’insegnamento sia opportuno ripartire. Abbiamo perso quasi 30 anni e sappiamo bene di chi è la colpa, ma non sono questi né il luogo né tantomeno il momento giusto per parlarne”.



Particolarmente interessanti gli interventi di Paolo Pamini, deputato UDC del Canton Ticino e dall’imprenditore del settore caseario Roberto Brazzale che lavora da anni a stretto contatto con la Repubblica Ceca. Il primo ha parlato di come in Svizzera, contrariamente a quel che accade alle nostre latitudini, i cittadini possano elaborare proposte di legge per le quali facilmente si indicono referendum anche inerenti questioni assai spinose come il ridimensionamento della spesa pubblica o l’introduzione di nuove tasse; Brazzale invece ha ricordato l’esempio della “secessione dolce” dalla Cecoslovacchia attuata da Repubblica Ceca e Slovacchia in un’epoca in cui nella ex Jugoslavia, invece, la dissoluzione fu vissuta sotto forma di una violenta e sanguinosissima guerra.



Dopo un breve break, il convegno è entrato nel suo clou con l’esposizione del programma politico di “Nuova Costituente”, attraverso una tavola rotonda in cui è stato analizzato il ruolo liberticida dello stato centralista soprattutto negli ultimi due anni, e sui rimedi da attuare per non soccombere di fronte alla sua arroganza e alla sua incapacità. In particolare, è stato evidenziato il ruolo dell’informazione che ha contribuito non poco, in questi decenni, ad abbassare il livello culturale delle trasmissioni televisive e dei giornali, oltre che di demonizzare le opinioni contrarie e dissenzienti, rispetto al pensiero unico.

Lo scopo è quello di creare una cultura dell’autogoverno da parte dei territori per poter arrivare a un punto di rottura con lo stato centralista romano.


Francesco Montanino









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