BERLUSCONI: "QUESTA ITALIA NON CONTA NULLA"

Da quinta potenza mondiale, a zerbino e sottopancia – udite udite - dell’Ucraina… la parabola irrimediabilmente discendente del Bel Paese, non conosce davvero soste e limiti. Un crollo pietoso e sotto gli occhi di tutti, con cui ogni giorno dobbiamo purtroppo fare i conti, nel silenzio di media asserviti e leccaculo. Degrado morale e materiale, economia in enorme e perenne difficoltà con debito pubblico, inflazione e disoccupazione in costante crescita (al contrario di quello che vogliono farci credere), fannulloni, pervertiti e lavativi che la fanno da padrone, pur essendo un’insignificante minoranza… Insomma, uno scenario a dir poco raccapricciante e contro il quale nulla sembra poter essere possibile, stante la rassegnazione e il menefreghismo che pervade gran parte degli abitanti della penisola, da nord a sud.

La cloaca itagliana sta letteralmente ammorbando con il suo inconfondibile fetore, ogni residuo barlume di libertà (sia economica che personale) che possa farla assomigliare a una parvenza di “paese civile”. Al peggio non potrà mai esserci limite, ed ecco che questa classe politica continua a collezionare figuracce su figuracce, allontanandosi inequivocabilmente dai cittadini che poi sanno come punirne arroganza e servilismo, quando si tratta di essere chiamati alle urne.

Le recenti elezioni regionali in Lombardia e Lazio, più che della scontata vittoria della coalizione di centrodestra, passeranno senz’altro alla storia per la bassissima percentuale di votanti. Ben 4 aventi diritto al voto su 10, hanno infatti preferito non recarsi al proprio seggio di appartenenza esprimendo un astensionismo che, insieme alle schede bianche e nulle, rappresenta il vero partito di maggioranza esistente in questo paese.

E del resto, come potrebbe essere altrimenti considerando le manie guerrafondaie di questo esecutivo? La cocainomane borgatara che struscia il naso (che denota anche una certa e alta propensione a raccontare frottole, stando a quello che dicono gli psicologi) e flirta con quel pagliaccio di Zelenskyi genera nella stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, solo schifo e disgusto. Secondo diversi autorevoli sondaggi, i cittadini non vogliono che si inviino ancora armi al regime nazista ucraino: gli aumenti smisurati dei prezzi alla pompa di benzina che tutti noi abbiamo avuto modo di constatare da quando è iniziato il 2023, servono solo ed esclusivamente per foraggiare una guerra per interposta procura, voluta dalla mafiosa lobby globalista di stanza oltreoceano.

Una guerra contro la Russia che – non ci stancheremo mai di ribadirlo – avversiamo in maniera sempre più netta e totale. Non solo perché è contraria a quella stessa costituzione che questa classe politica d’accatto si ricorda di tirare in ballo solo quando gli fa comodo, ma anche e soprattutto perché inquinano i secolari rapporti di amicizia che ci legano al fraterno popolo russo.

La Meloni, come il più obbediente dei cagnolini che scodinzolano di fronte al proprio padrone a stelle e strisce, pur di raccattare le briciole, non esita a calpestare la volontà dei cittadini che chiedono piuttosto che si aprano delle trattative di pace, riconoscendo magari alle repubbliche separatiste del Donbass e di Luhansk di avere quella libertà, che stanno rivendicando da quasi dieci anni. E che invece l’Unione Europea dei depravati e dei massoni si ostina a negare, dal momento che – al pari della stessa itaglia – continua a essere sotto lo schiaffo di quegli ambienti americani, che vogliono per forza trascinarci verso l’olocausto nucleare. Ignorando in maniera folle, criminale e colpevole che rischiamo di scontrarci militarmente con Russia e Cina che dispongono di un apparato e di un arsenale militare, in grado di far tremare i polsi a chiunque.

Il governo della melonara – in maniera imperterrita - può però “vantarsi” di rappresentare appena il 15% dell’intero corpo elettorale e prende decisioni, in contrasto non solo con i cittadini ma anche con il buonsenso. La gragnola di tasse e balzelli assortiti che  - come sopra accennato - ci stiamo sorbendo da quando è iniziato quest’anno, evidentemente, non sono solo un copyright dello pseudo centro-sinistra che rappresenta il lato opposto della stessa putrida e merdosa medaglia centralista e statalista.

Il gestire le finanze pubbliche senza avere uno scopo e un’idea portano, quali risultati garantiti, ai soliti enormi sprechi di danaro pubblico. E così, non ci si deve stupire se nella sgangherata coalizione di governo troviamo personaggi come il Ministro della Difesa Crosetto che vende a sé stesso le armi da inviare poi al regime nazista di Kiev, il tale Adolfo D’Urso la cui moglie è ucraina e infine certi personaggi del sottobosco (s)fascista come il cognato della fruttarola della Garbatella, Lollobrigida che sta lì per meriti non meglio definiti o specificati, o il nuovo pulcino Calimero” (al secolo, il deputato Giovanni Donzelli) che starnazza e piagnucola ovunque a reti unificate. Stendiamo infine un velo pietoso sul voltagabbana Salvini, sul quale avremo comunque modo di tornare,  e che ha svenduto, ormai da tempo, ogni barlume di federalismo (compreso il referendum sull’autonomia del 22 ottobre 2017) sull’altare delle poltrone e delle prebende.

Personaggi dalla incapacità acclarata e conclamata e che rappresentano l’avanguardia di un governo sempre più lontano dai cittadini, che invece continuano a chiedere ben altro.

Una posizione che invece apprezziamo e di cui prendiamo atto in senso positivo sul conflitto russo-ucraino, è senz’altro quella manifestata dall’ex premier, Silvio Berlusconi. Hanno e continuano a destare scalpore le sue dichiarazioni di netta cesura e critica, rispetto alla posizione servile e zerbina espressa dal governo itagliano, nei confronti del drogato Zelenskyi.

 Non avrei mai stretto la mano al leader ucraino, se fossi stato io il Presidente del Consiglio! Il nostro paese ormai non conta più nulla nello scacchiere internazionale e anzi rischiamo di essere consegnati alla Cina, se solo volesse decidere di invaderci con i suoi quattro milioni di soldati”.

In sostanza, è questo quanto dichiarato dal leader di Forza Italia, poco prima di recarsi alle urne, domenica scorsa, in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale in Lombardia. Che l’Itaglia non conti più un cazzo, caro Berlusconi, lo andiamo ripetendo da interi decenni. Occorrerebbe che questo, diventi un paese realmente federale in cui il potere appartiene per davvero ai cittadini. E non certo a una classe politica che si è piegata a novanta gradi, ai voleri di lobby e centri di potere sovranazionali.

Tornando alle sortite di Berlusconi, si tratta di una mossa politica senz’altro furba e dettata piuttosto dalla volontà di arruffianarsi il fronte del dissenso e della protesta, dal momento che, l’astensionismo e l’allontanamento sono anche e soprattutto il riflesso ormai lapalissiano di uno scollamento fra voleri della classe politica e dei cittadini che vedono puntualmente disattese le proprie richieste da parte di chi, dovrebbe perorarne gli interessi. Il fronte pro-Russia è molto più ampio di quanto si potrebbe pensare e siccome Berlusconi in questo sa bene il fatto suo, ecco forse spiegata questa sua uscita. Resta semmai da chiedersi come mai soltanto ora il Cavaliere si sia ravveduto sulla via di Damasco, rendendosi conto che avevamo ragione su tutta la linea, sin da tempi non sospetti. E perché non abbia piuttosto ancora preso le distanze dai suoi compari di sventura Meloni e Salvini, ritirandosi e facendo finalmente cadere questo governo sciagurato e da operetta.

Nonostante queste scaramucce, in itaglia il rispetto dei diritti e la democrazia continuano a essere concetti utopistici. Possiamo affermarlo con tutte le ragioni di questo mondo, se pensiamo che proprio in Lombardia (al contrario del Lazio, dove Zingaretti si è dimesso anticipatamente dal proprio incarico di Governatore), è stato organizzato un vero e proprio colpo di mano poiché il mandato del Presidente uscente Fontana (poi riconfermato), in realtà scadeva a Marzo.

E invece, dal momento che questi banditi legalizzati si dovevano blindare, ecco che sono state indette le elezioni a Febbraio perché così le liste anti-sistema potevano essere messe in condizione di non poter nuocere, dal momento che le firme necessarie per la presentazione, sarebbero dovute essere raccolte a Natale! Secondo lo stesso “schema” inaugurato (con successo) alle politiche, visto che firme e liste dovevano essere pronte per Ferragosto….Lasciamo a voi lettori il compito di stabilire se davvero viviamo in un paese realmente democratico, come vorrebbero farci intendere!

Un paese dove chi osa opporsi a questo regime composto da bande organizzate di satrapi, delinquenti, assassini, drogati, pervertiti, fannulloni, criminali, usurai, mafiosi, arroganti, furbetti, lavativi, bastardi, parassiti, inetti e idioti, non decide (né mai lo farà) in nostro nome e per conto, perché ci va sempre e comunque contro!

Anche con il concorso e la complicità di certa classe giornalistica e intellettuale composta (tranne rare e lodevoli eccezioni) per gran parte da pennivendoli asserviti ai padroni, incapaci di difendere la libertà di espressione e l’indipendenza di cui eppure dovrebbero essere – per deontologia - permeati.

 

Francesco Montanino



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