E' TORNATA LA LEGA NORD

 


Tempo fa avevamo segnalato e dato notizia, del malumore strisciante all’interno della Lega Nord con l’ala indipendentista, formata dai militanti della prima ora, che ha contestato l’operato e la linea politica di stampo nazionalista portata avanti dal fannullone Salvini.

Dopo il tentativo – per la verità malriuscito – portato avanti dall’ex ministro Castelli, adesso sembra che i tempi siano davvero maturi per la fronda interna, che dovrebbe portare alla nascita di un nuovo soggetto politico che rilanci i temi della secessione e della Padania.

Domenica scorsa si è svolta a Chivasso una riunione cui hanno preso parte, fra gli altri, l’ex senatore Matteo Brigandì e Giuseppe Leoni, cofondatore con Umberto Bossi della Lega Lombarda, poi diventata Lega Nord.

Il simbolo di Alberto da Giussano, dunque, torna a ergersi e a riproporre quelle tematiche indipendentiste e federaliste che riteniamo essere l’unico modo per salvare dal baratro, l’intera penisola italica.



La lega di Salvini ha tradito il pensiero federalista, convertendosi al fascismo. La nuova, nascente Lega per il Nord – ha affermato Giuseppe Leoniè prettamente federalista e intende allearsi con tutti i movimenti federalisti non solo del territorio italiano, ma anche europeo. C’è tanto da lavorare, e se troveremo le persone adatte raggiungeremo gli obiettivi”.

Sui motivi che hanno portato a un certo ritardo nell’affrancamento da Salvini, l'ex senatore leghista Matteo Brigandì ha spiegato che “noi abbiamo sperato per un certo periodo di tempo che all’interno della Lega potesse esserci spazio anche per l’anima federalista. Salvini, del resto, si era impegnato in tal senso per iscritto e quando abbiamo capito che non c’erano speranze di un suo ravvedimento sulle tematiche del federalismo e dell’indipendentismo, abbiamo capito che non potevamo attendere più oltre. 



La Cassazione ha riconosciuto, nel caso specifico, anche l’esistenza di un “danno democratico”, nel senso che chiudere un partito non porta un danno solo a quest’ultimo, ma anche a chi in esso crede. Mentre nei partiti centralisti, l’offerta è unica perché non ci vedo grosse differenze nei partiti che si trovano in Parlamento, noi invece riproponiamo quale offerta politica quella del tornare a essere padroni in casa nostra. Questo perché sono venuti a mancare il federalismo e l’autonomia e dunque ci presentiamo come Lega per il Nord con un simbolo, sul quale sicuramente ci saranno delle dispute per poterlo mantenere. Il federalismo potrà trovare spazio solo nel momento in cui, la gente capirà che i propri soldi è meglio tenerli sul territorio che darli a Roma, che le pensioni e la sanità contino di più che costruire un ponte sullo Stretto che nemmeno i siciliani vogliono. La nuova Lega per il Nord si differisce dagli altri partiti nel senso che tutti hanno diritto di parola e di espressione della propria opinione. Non c’è un capo o un vicecapo, perché siamo partiti da un commissario, abbiamo raccolto i tesserati che oggi sono venuti qui per decidere chi sarà il presidente, chi il segretario, chi l’amministratore e chi il consigliere. Al contrario di qualcuno – ha poi concluso – noi crediamo ancora nella democrazia. Noi siamo democratici, qualcun altro lo è un po' meno….”.



A questo incontro, hanno poi annunciato gli organizzatori durante il dibattito che poi ne è seguito, ne seguiranno altri, sino alla convocazione del consiglio federale. Vedremo se e in che modo questo nuovo soggetto politico, sarà realmente consequenziale con quanto annunciato e se realmente potremo dire rilanciata la questione settentrionale.

Dal canto nostro, continuiamo a ritenere il federalismo e l’indipendentismo le uniche ricette in grado di poter risollevare questo malandato paese, portando avanti il disegno dell’indimenticato Gianfranco Miglio che caldeggiava l’unione fra i movimenti indipendentisti e federalisti, con il comune intento di sconfiggere il regime partitocratico romanocentrico. Il cartello “Popoli Sovrani d’Europa” cui abbiamo dato vita più di 10 anni fa potrebbe essere il contenitore giusto, in cui unire tali istanze.

 

Francesco Montanino


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