LA LOBBY DELLE ARMI: INCHIESTA UE SUI MISSILI ALL'UCRAINA. CROSETTO L'AMICO DEI SIGNORI DELLA GUERRA

 

L’Unione Europea sta conducendo un’indagine sulle forniture di armamenti fornite a Kiev dagli Stati membril’audit si svolge sullo sfondo delle dichiarazioni secondo cui diversi Paesi avrebbero inviato meno di quanto avrebbero potuto. Lo riferisce il quotidiano britannico “Financial Times”, citando fonti informate dell’UE proprio mentre il Congresso USA ha congelato la proposta di un ulteriore pacchetto di aiuti militari.

Washington, il principale sponsor di quella che alcuni politici statunitensi hanno definito una “guerra per procura” in Ucraina (vedi tabella sotto – ndr), ha finito i soldi per Kiev dopo aver bruciato 113 miliardi di dollari in pacchetti di aiuti approvati dal Congresso. L’ultima richiesta di finanziamento del presidente Joe Biden, che comprende 61,4 miliardi di dollari in ulteriore assistenza militare e finanziaria per l’Ucraina, è bloccata a causa della crescente opposizione dei legislatori repubblicani”. Questo quanto scrive RT (Russia Today).

Invece, sempre secondo RT,  “Bruxelles sta conducendo una verifica sugli armamenti forniti all’Ucraina dagli Stati membri dell’UE dopo l’inizio del conflitto con la Federazione Russa, in risposta alle dichiarazioni secondo cui alcune Paesi non hanno inviato quante armi avrebbero potuto”.


Secondo le fonti del giornale britannico "Financial Times", l’analisi viene effettuata dal Servizio europeo per l’azione esterna (Eeas), che intendeva presentare i suoi risultati ai Paesi membri prima del vertice straordinario dei leader dell’UE del primo febbraio.

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Questa verifica avviene mentre il Pentagono ha scoperto di aver “perso” missili, droni e altri armamenti destinati a Kiev per l’astronomico valore di un miliardi di dollari proprio mentre lanciarazzi di fabbricazione USA sono stati trovati nelle mani dei terroristi palestinesi di Hamas

Ma anche il quotidiano tedesco "Der Spiegel" ha segnalato che le autorità tedesche sono state in grado di effettuare solo due verifiche sulle numerose forniture avvenute dal 2022 ad oggi sebbene la Germania sia uno dei paesi che ha garantito il maggior supporto militare al presidente Volodymyr Zelensky facendo registrare alla più importante industria degli armamenti, la Rheinmetall, un incremento del 53 % del valore delle azioni in un solo anno.

ARMI ITALIANE SPARITE ANCOR PRIMA DI PARTIRE

Ma qual'è la situazione in Italia? Non è errato affermare che sono sparite ancor prima di partire. Infatti, mentre il Pentagono pubblica regolarmente ad uso del Congresso l’elenco di tutte le armi fornite a Kiev ed analoghi elenchi sono rintracciabili per il Regno Unito e la Germania, in Italia i pacchetti delle forniture militari vengono secretati e pertanto non possibile verificare quali e quante esse sono state inviate e, di conseguenza, quante sono arrivate regolarmente a destinazione. 

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La questione rimane tenuta nascosta anche alla maggior parte dei parlamentari in quanto soltanto la cerchia ristretta del COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ne viene a conoscenza in quanto deve autorizzare i decreti predisposti dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, nominato dalla premier Giorgia Meloni in tale incarico sebbene ex presidente della Confindustria delle Armi ed ex consulente dell’industria nazionale dei sistemi di difesa Leonardo SpA.

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Tale incarico suscitò lo sdegno anche dei media di mainstream ma l’alleanza tra Meloni e il vero mentore di Fratelli d’Italia, siglata nel segno dell’affiliazione ai think tank finanziati dalla dinastia americana dei Rockefeller (noti signori delle guerre che finanziarono anche Adolf Hitler), andò oltre alle fondate polemiche e con la segretazione delle forniture di armi all’Ucraina si garantì la libertà di ogni azione senza nemmeno un approfondito controllo parlamentare.

Tale questione assume ancor più rilevanza se si pensa che il fratello del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al quale spetta il controllo della partecipazione statale del 30 % in Leonardo SpA, è direttore commerciale del ramo elicotteri di tale industria.

Infatti a dicembre fu decretata tale ulteriore aiuto approvato dal Parlamento all’inizio dell’anno con l’usuale occultamento dell’entità e tipologia degli armamenti.



Su iniziativa del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, del Ministro agli Affari Esteri, Antonio Tajani, e del ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, e con il consenso dell’intero governo, è stata decisa la proroga, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024, dell’autorizzazione alla “cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti alle Autorità governative dell’Ucraina”.

La Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato le risoluzioni di maggioranza che impegnano il governo – in linea con quanto stabilito in ambito NATO e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte – a continuare a sostenere l’Ucraina. La risoluzione alla Camera è stata approvata con 195 favorevoli, 50 contrari e 55 astenuti; quella al Senato con 103 favorevoli, 24 contrari e 27 astenuti.

Secondo una lista non verificabile e certamente parziale pubblicata da Wikipedia sulla base di fonti incrociate soltanto nel 2023 l’Italia avrebbe fornito all’ucraina i seguenti materiali bellici:

Sistemi di difesa aerea (3 batterie), Batteria SkyGuard Aspide [febbraio 2023], Batteria Spada [febbraio 2023]. 1 batteria SAMP/T MAMBA [maggio 2023] (in collaborazione con la Francia), Lanciarazzi multipli (2), 2 227mm M270A1 MLRS-Is [ottobre 2022], Artiglieria semovente (106+). I sistemi difensivi sono costruiti da MBDA che è il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa, controllato dalle corporations Airbus Group (37,5%), BAE Systems (37,5%), e Leonardo (25%).


L'indagine UE per il Controllo delle Forniture all’Ucraina

Secondo fonti diplomatiche, l’audit di verifica dell’UE si baserà sui materiali presentati dagli Stati membri in risposta alle richieste dell’Eeas.

«Secondo una delle fonti, l’audit in corso ha già incontrato la resistenza di diversi Paesi che non vorrebbero fornire i dati completi. Come riporta il “Financial Times”, la decisione di avviare un’indagine è avvenuta in seguito alla richiesta del cancelliere tedesco Olaf Scholz di contare e confrontare le forniture militari dai Paesi dell’Ue a Kiev» scrive l’Agenzia NOVA, esperta sul tema in quanto sponsorizzata da Leonardo, sintetizzando l’articolo del Financial Times (link a fondo pagina).

Scholz aveva affermato che i Paesi dell’UE dovranno aumentare la spesa per l’assistenza militare all’Ucraina quando adotteranno un nuovo bilancio per il 2024, come ha già fatto la Germania. «Il cancelliere tedesco ha ricordato che l’attuale progetto di bilancio della Germania prevede 8 miliardi di euro per il sostegno militare a Kiev. Allo stesso tempo, Scholz ha aggiunto che i volumi di forniture di armi previste dalla maggior parte dei Paesi membri dell’Ue per l’Ucraina sono “troppo bassi”» aggiunge Agenzia NOVA che, essendo sponsorizzata da Leonardo spa, ha tutto l’interesse in un incremento delle forniture… Scholz ha chiarito che Berlino ha chiesto a Bruxelles informazioni sui bilanci dei Paesi UE per avere dati più concreti in vista della prossima riunione del Consiglio europeo.

Grazie a questi aiuti militari il presidente ucraino Zelensky è stato incentivato, anche dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a rifiutare ogni trattativa per un accordo di pace con la Russia portando allo stremo la sua popolazione anche con reclutamenti forzati di donne e anziani. 


Il
Financial Times ha evidenziato le preoccupazioni di Bruxelles:

Dobbiamo assicurarci che l’EPF sia di nuovo sulla buona strada e possiamo utilizzarlo nuovamente per ulteriori tranche di sostegno all’Ucraina”, ha affermato un alto diplomatico dell’UE. Senza l’EPF alcuni Stati membri non forniranno alcun sostegno militare”. La maggior parte degli Stati membri è “molto preoccupata di fornire quanto più aiuti militari possibili all’Ucraina in questi mesi critici, al fronte dove si vedono sviluppi critici”, ha aggiunto il diplomatico.

In questa ottica proprio il Piemonte, dove fu coordinatore regionale di Forza Italia l’attuale ministro Crosetto, ha deciso di investire massivamente sul Distretto dell’Aerospazio di cui è capitale Torino dove la NATO ha avviato il progetto DIANA sull’uso militare dell’intelligence artificiale in partnership con la Microsoft di Bill Gates che ha “coltivato” nella sua Ong GAVI per l’immunizzazione globale il suo pupazzo Jens Stoltenberg, attuale segretario generale dell’alleanza Atlantica.

RED

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