PAGLIACCI D'EUROPA: MEZZE CARTUCCE, MEZZE SEGHE E ZOCCOLE INTERE OFFRESI

 


Mancano meno di due mesi alle prossime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. Le facce da "kulomb" dei politici nostrani si stanno affannando per trovare uomini e risorse con cui poter occupare anche le cadreghe comunitarie, dimostrando – ancora una volta e casomai ce ne fosse ulteriormente bisogno – di essere lontani anni luce dalle esigenze dei cittadini dai quali elemosinano il voto, con una serie di menzogne e inganni che ormai non fanno manco più notizia.

L’Unione Europea, a onor del vero, è percepita come quanto di più lontano possa esserci da un comune uomo della strada: basti vedere come certi immondi personaggi come l’ex premier Mario Draghi e la presidente della Commissione Europea (Ursula Von der Pfizer, così ribattezzata per il gravissimo conflitto di interessi che la vede legata al colosso farmaceutico americano) abbiano assunto importanti posizioni di comando senza aver avuto il necessario consenso popolare, per capire quanto sia utile un’istituzione del genere.


Che altro non è che il consesso nel quale pullulano parassiti e personaggi che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera. Ci ricordiamo, infatti, di loro solo per alcuni quesiti che davvero ci hanno tolto il sonno come il diametro che devono avere le vongole affinché possano essere pescate, delle quote latte, delle follie “green”, dell’idea malsana e da psicolabili di introdurre le farine di insetti nella nostra alimentazione, e infine dei tanti soldi che ci stanno estorcendo per foraggiare l’infame regime ucraino, solo perché bisogna soddisfare i desiderata del Deep State USA, che vuole a tutti i costi lo scoppio della terza guerra mondiale con la Russia e la Cina.

Del resto, le proiezioni su quella che sarà la percentuale dei votanti parlano assai chiaro: l’ultima volta che siamo stati chiamati a esprimerci per il rinnovo del Parlamento Europeo, la percentuale di chi si è recato alle urne è stata appena del 54,5% e il trend è quello di un calo. Questo fa capire solo che c’è una certa insofferenza nei confronti di Bruxelles, percepita come matrigna da gran parte degli elettori che nel segreto della cabina elettorale – non va mai dimenticato - , esprime anche la propria protesta decidendo di annullare o riconsegnare in bianco la scheda. Logica imporrebbe che la stessa adesione dell’Italia all’Unione Europea andrebbe seriamente ridiscussa, dal momento che non ci è mai stato chiesto se fossimo o meno d’accordo a far parte di un’istituzione che ci ha imposto - tra le altre cose - una moneta unica che ha avuto quale unico nefasto risultato, solo quello di impoverirci tutti. Ma così, purtroppo, non sarà perché la costituzione vecchia, decrepita e illiberale di questo paese, impedisce ai cittadini di avere potere decisionale su questo tipo di materie.

La prospettiva poi di cazzeggiare e fare i parassiti anche a Bruxelles è troppo allettante per non essere considerata, ed ecco che il regime si sta organizzando come ben abbiamo imparato a conoscere. Naturalmente, saranno presenti i soliti partiti sia di maggioranza che di oppofinzione che stanno lì per fare il trito e ritrito teatrino, lautamente pagati da noi.

Cateno De Luca


A questi vanno poi aggiunti certi specchietti per le allodole, dei quali diffidiamo e che consigliamo di non seguire: il riferimento alla lista “minestrone” di Cateno De Luca, che chiameremo “il messinese” non è affatto campato in aria. Si tratta di un’operazione orchestrata dalla fruttarola della Garbatella per indebolire il fannullone padano, in irreversibile calo di consensi e non certo da oggi. Infatti, se si va a vedere nel calderone creato ad arte dal messinese, troviamo anche l’ex grullina Barbara Castelli che è sottosegretario all’economia dell’attuale governo Meloni, e dunque tutt’altro che al di sopra di ogni sospetto. Così come ha gettato – udite udite – la maschera, il famoso capitano dei carabinieri “Ultimo”, in occasione della presentazione di questo sgangherato progetto politico: una pièce teatrale di cui onestamente potevamo tranquillamente a meno, ma buona – come al solito – solo per illudere gli allocchi.

Nella lista “minestrone” troviamo ben 17 simboli, fra cui quelli di Mago Pancione Adinolfi, Vita, Grande Nord e tanti altri sui quali volutamente stendiamo un velo pietoso: chiara l’intenzione della carciofara da un lato di togliere voti a Salvini e dall’altro – come già abbiamo avuto modo di constatare in passato – di veicolare su un alveo facilmente controllabile il forte dissenso esistente.

Perché il primo vero partito nella penisola, piaccia o meno, resta sempre quello del non voto: oltre agli astenuti, ci sono anche quelli che annullano la scheda o la riconsegnano in bianco (esponendosi però, questi ultimi, al forte rischio che qualche anima bella possa “imbrattarla” con qualche croce messa qua e là per aiutare questo o quel partito). La percentuale del “non voto” dunque è schiacciante e chiunque ottenga poi - fra chi invece ha espresso una qualche preferenza - la maggioranza, non potrà mai essere considerato rappresentativo della volontà degli elettori, proprio perché almeno 5 (se non addirittura 6) elettori su 10, è abbastanza scontento dell’operato dei propri rappresentanti.



E come potrebbe essere altrimenti, considerando l‘attuale offerta politica? Abbiamo una premier che non ha fatto altro che riprodurre pedissequamente la famigerata e nauseabonda “Agenda Draghi” fatta di spreco di danaro pubblico (armi e soldi inviati all’Ucraina e tolti a lavoratori, imprenditori e pensionati), accondiscendenza eccessiva verso gli USA e la NATO, asservimento vile nei confronti del regime nazisionista israeliano, presenza al proprio interno di tanti personaggi poco raccomandabili, e aumento della tassazione per foraggiare carrozzoni e altri parassiti. Proseguendo la carrellata in questa fiera dei pagliacci, è il turno della fu Lega Nord oggi soppiantata da quella di Salvini: ormai non c’è più traccia di federalismo nei programmi o persino nelle discussioni politiche, dal momento che le priorità dell’ex concorrente de “Il Pranzo è servito” sono il ponte sullo Stretto di Messina (da realizzarsi naturalmente in barba non solo della reale volontà dei calabresi e dei siciliani che sarebbero le popolazioni interessate a tale opera, ma anche e soprattutto dell’enorme rischio geologico legato alla sua costruzione dal momento che si troverebbe in un’area a forte rischio sismico), la volontà del generale Vannacci di presentarsi o meno ale Europee e infine tenere a bada il malcontento di quella corrente, presente nel suo partito, che mantiene ancora in vita qualche vago sentore di indipendentismo.

Hanno sicuramente fatto scalpore le recenti dichiarazioni di Umberto Bossi, vero padre fondatore di quella Lega che animava il sogno di rivalsa e di ribaltamento dello stato itagliano, che di fatto ne hanno decretato la fine politica. Al posto di un Salvini che ormai ha fatto il suo tempo, è in rampa di lancio l’attuale governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Per gli amici, Paperino. Tutto cambi affinché nulla cambi, secondo le solite logiche di gattopardesca memoria, che ben possono essere applicate anche a quel che resta della Lega Nord. Insomma, il rischio di saltare alla padella alla brace è davvero alto per il defunto Carroccio, destinato a prendere una sonora e storica batosta alle urne, nonché in profonda crisi di credibilità e di identità dal momento che le tematiche indipendentiste e federaliste ormai non gli appartengono più.



Completiamo il quadro della maggioranza con quel che resta di forza ita(g)lia: la dipartita di Berlusconi, ha consegnato il progetto politico del defunto Cavaliere a uno stuolo di incapaci, la cui massima espressione è quella del ministro degli esteri Tajani. Dalla parte dei nazisti guerrafondai ucraini e da buon leccapiedi della NATO e di Hitleryahu, naturalmente non ha preso le dovute e doverose distanze dal genocidio israeliano nei confronti dei palestinesi, né tantomeno dall’attentato alle sedi diplomatiche iraniane a Damasco. Come il più fedele e addestrato dei cagnolini, ha però condannato la ritorsione iraniana (che trova comunque il suo fondamento giuridico nella stessa carta ONU, ai sensi dell’articolo 51), mostrandosi il solito pavido. Fosse stato in vita Berlusconi, molto probabilmente l’ex premier avrebbe continuato a cercare la via del dialogo sia per trovare una soluzione soddisfacente per porre fine alle velleità etnocide degli ucraini nei confronti delle popolazioni del Donbass, che nel Medio Oriente che ormai è diventato una vera e propria bomba a orologeria, pronta a esplodere e dalle conseguenze imprevedibili.



Proseguendo la nostra carrellata sugli utili idioti che si presenteranno alle prossime elezioni europee, passiamo ai partiti di oppofinzione. Si stanno agitando parecchio, i grullini che sperano di rinverdire i fasti del voto di scambio riproponendo il tema del reddito di cittadinanza. Non si contesta certo l’idea in sé dal momento che esistono strati della popolazione che avrebbero effettivamente bisogno di un sostegno economico per sopravvivere (pensiamo ad anziani, veri disabili e fuoriusciti dal mondo del lavoro che oggi hanno fra i 40 e i 50 anni e non riescono a trovare un’occupazione che possa permettere loro di arrivare in maniera dignitosa alla pensione), ma il modo con il quale questa misura è stata erogata quando i pentadementi erano al governo. Non sono mai stati fatti controlli seri su chi fossero i reali percettori del reddito, dal momento che è poi emerso che questi soldi gonfiavano i portafogli persino di personaggi malavitosi e imbroglioni e truffatori di varie risme. Il risultato è stato il seguente: peggioramento dei conti pubblici e delle condizioni sociali di chi ne aveva realmente diritto ulteriormente deteriorata, a tutto vantaggio di chi invece non gli spettava.

È vero che il governo della melonara sta attuando macelleria sociale su vasta scala. Ma è altrettanto innegabile che considerare il Conte dei decreti ad minchiam quale paladino dei più poveri e vessati, è un esercizio che evitiamo di fare più che volentieri. Ricordiamo l’avvocatuccio, come quello dei decreti liberticidi durante il periodo del lockdown legato alla psico pandemia, così come il suo assenso al criminale protocollo “Speranza” fatto di Tachipirina e vigile attesa che ha mandato al camposanto tantissime persone, anche quando si è scoperto che bastavano ibuprofene e cure cortisoniche per guarire dal Covid e le sue varianti. Così com non dimentichiamo anche l’appoggio dato alla follia del Green Pass, con il quale compiere la più becera e vergognosa delle discriminazioni nei confronti di quella fetta di cittadini che non si è mai fidata della propaganda manovrata dalle lobby farmaceutiche che - a tutti costi - hanno spacciato per vaccini quelli che in realtà erano (e ancora sono) dei farmaci sperimentali, i cui effetti avversi ancora non conosciamo fino in fondo. Abbiamo memoria molto lunga, e non abbiamo affatto dimenticato quello che hanno fatto i cinque stalle, con i loro meschini inganni con cui hanno manipolato le menti di chi vedeva in loro un qualcosa di nuovo.

Ilaria Salis

Proseguendo la disamina arriviamo al PD, ovvero al partito peggiore esistente in circolazione: i post-comunisti rappresentano il peggio del peggio, considerando il totale asservimento alle lobby globaliste e alla loro infame idea di società. Una società non più poggiata sulla famiglia tradizionale, ma su qualcosa che riteniamo essere ripugnante oltre che inaccettabile.

Ricordiamo alla Schlein e al suo squallido codazzo di sostenitori LGBTQ (+ o -, non fa differenza) di questa ceppa, che senza l’unione biologica fra un uomo e una donna, essi (in questo caso, non sarebbe stata una gran perdita per l’umanità, anzi….) non avrebbero mai visto la luce. Non contestiamo certo le scelte e gli orientamenti sessuali di chicchessia perché nel segreto e nell’intimità di una camera da letto ognuno può fare quel che vuole, con chi vuole. Ma far passare quale unico modello di famiglia valido solo quello in cui ci sono due persone dello stesso sesso, con in più attribuendogli anche la possibilità di adottare figli che non potranno mai generare per elementari ed evidenti ragioni biologiche, anche no!

Ci opporremo sempre e in maniera netta e decisa a queste idee perverse e senza alcuna logica, volute da chi - evidentemente - non solo rappresenta una becera minoranza ma ha pure l’interesse a partecipare al processo di decimazione della popolazione mondiale, fortemente voluto da quel grandissimo bastardo e pendaglio da forca che risponde al nome di Klaus Schwab! Il PD è, da tempi non sospetti, l’attuatore del piano Kalergi, ed è l’espressione più puzzolente della lobby globalista. Appoggia inoltre strenuamente il regime nazista di Kiev ed è nemico delle libertà, se pensiamo al suo sostegno incondizionato al green pass, alla transizione digitale, ai deliri ideologici di certi ambientalisti da strapazzo e alle sanzioni contro la Russia. Esistono davvero tantissimi argomenti per non votare, un partito così putrido e meschino!

A sinistra, poi, ritroviamo il movimento dell’accoppiata Renzi&Calenda che vorrebbe provare a scimmiottare il defunto partito socialista di Craxi, e il partito della Bonino che vorrebbe (e qua dobbiamo per forza ridere per non piangere) ancora più Europa e infine anche l’insignificante AVS che, come si leggerà, fa parlare di se perché candiderà sugli scranni europei, un’autentica criminale….

Si tratta - parlando di Azione - di cespugli che strizzano l’occhio al centro, provando a dare il classico colpo al cerchio e uno anche alla botte. Peccato che al di là delle intenzioni di mera facciata, la sostanza ci dica che si tratta di espressioni politiche deleterie se pensiamo che Azione ha il suo riferimento ideologico in Mario Draghi (il che è tutto dire), mentre il partito della Bonino rappresenta l’espressione massima dell’ingerenza di George $oro$ nella nostra politica. Quello che certe anime belle vorrebbero far passare per filantropo, è in realtà un vero e proprio delinquente e farabutto, che ha speculato su questo paese nel lontano 1992, quando venne inflitto un colpo mortale alla nostra sovranità economica e monetaria con la svalutazione della lira. Non saranno mai davvero troppe le parole di biasimo e di condanna, nei confronti di un criminale come questo. Sappiamo solo che lo speculatore e fuorilegge è bandito in Russia e Ungheria e che se dipendesse da noi, lo rinchiuderemmo in un nanosecondo (avendo naturalmente la cura di gettare via la chiave), nella peggiore galera di questo paese!



Discorso a parte infine merita, come accennato, Alleanza Verdi e Sinistra, ovvero il partito di quei due falliti cronici di Frato(rocazz)janni e Bonelli che proprio in queste ore ha annunciato la candidatura di Ilaria Salis nelle loro liste. Per chi non la conoscesse, si tratta di quella delinquente che è andata in Ungheria a cercarsi rogne, macchiandosi di una vergognosa aggressione nei confronti di alcune persone per ragioni politiche.

Generalmente, se in uno stato estero commetti un crimine, è giusto che sconti la pena nel luogo in cui sei stato giudicato colpevole, così com’è il caso di questa teppista. Quella che è una elementare regola di vita oltre che di buonsenso, diventa invece un qualcosa di intollerabile e inaccettabile per questi squallidi mentecatti che devono far parlare di sé, e non certo in positivo. Ilaria Salis, dichiarata colpevole dei reati commessi da un regolare tribunale in un paese sovrano come l’Ungheria, continua a essere difesa a spada tratta da certa sinistra che proprio non ce la fa a non prendere le parti della peggiore feccia! Del resto, stiamo parlando di chi da sempre sdogana la pedofilia, gli stupri, gli scippi, le rapine le truffe e le occupazioni abusive, dando anzi la colpa - con metodologie tipicamente mafiose - a chi subisce questi abomini di reagire, invece di starsene zitti!

Alla luce di quanto abbiamo provato ad esporre, non possiamo far altro che indirizzare i nostri elettori e sostenitori verso l’astensione o - a scelta - l’annullamento della scheda. I partiti che si presenteranno a questa competizione elettorale sono mossi da interessi decisamente agli antipodi con la volontà di chi vorrebbe un’Europa completamente diversa. Un’Europa fondata sulle libertà, sull’indipendenza e la sovranità dei popoli che la abitano e in cui ci vivono assecondandone desideri e volontà: questa è la nostra visione dell’Unione Europea, che non potrà mai essere quella che continueranno a propinarci certi personaggi da operetta che animano il dibattito politico alle nostre latitudini. Un consesso che solo in una prospettiva realmente federalista, potrebbe trovare la propria utilità e che secondo l’attuale logica, invece, riteniamo essere del tutto inutile perché deleterio e ipercentralista, ogni oltre ragionevole limite!


Francesco Montanino  


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