TRUMP DI NUOVO PRESIDENTE USA: ECCO COSA CAMBIA SUBITO E COSA CAMBIERA' A GENNAIO 2025

 

Donald Trump torna alla Casa Bianca. Dopo l’interregno dello scorreggione e del pedofilo Bidè(n) durato quattro lunghissimi anni e nel corso del quale abbiamo assistito a un sensibile peggioramento dei rapporti con la Russia, oltre che all’avanzare della deleteria e distopica ideologia woke che ha portato il mondo sull’orlo dell’abisso, il ritorno del tycoon dovrebbe segnare quell’inversione di tendenza verso un mondo normale, da noi tanto auspicata e desiderata.

La vittoria del candidato repubblicano è stata netta e schiacciante, con ben 312 grandi elettori (su 538) ottenuti, maggioranza al Senato e anche alla Camera e dunque ampia possibilità di azione per portare avanti il proprio programma. Dal punto di vista delle relazioni internazionali (ed è questo ciò che maggiormente ci interessa), Trump ha già fatto sapere di voler riallacciare un dialogo con la Russia per porre fine alla questione ucraina.

Cosa che nella passata amministrazione democratica, non ci è mai stato dato vedere con toni, anzi, che hanno rievocato le fasi più cupe e preoccupanti della Guerra Fredda. E che ci hanno fatto seriamente temere l’eventualità (ancora non del tutto scongiurata, visto che adesso inizia la fase di transizione con il passaggio di consegne dal vecchio al nuovo presidente e bisogna tenere sempre gli occhi bene aperti di fronte a eventuali pericolosissimi colpi di coda di questo maledetto regime) di una guerra mondiale, con l’utilizzo delle armi nucleari su vastissima scala.

Il presidente Putin, dal canto suo, si è detto disponibile e questo ci fa ben sperare. Sia perché è altamente probabile che finalmente quel pagliaccio nazista di Zelensky non avrà più voce in capitolo nelle sue reiterate e vergognose richieste di soldi e armamenti (che hanno solo peggiorato la condizione economica dei cittadini), sia perché l’Europa dovrà trovare da sola le risposte ai numerosi problemi che l’assillano, dal momento che il rieletto Trump pare sia intenzionato a disimpegnarsi da ciò che accade nel Vecchio Continente.



Tutto ciò, nonostante il continuo e fastidioso strepitio di personaggi infami e immondi come la Von der Pfizer che invoca ancora la guerra contro la Russia, per proseguire nella sua perniciosa opera di dissoluzione e distruzione totale dell’Unione Europea. La vera minaccia alla pace e alla stabilità mondiale sarà sempre costituita da personaggi inetti e inutili come lei, che gozzovigliano sulle nostre spalle senza fare nulla dalla mattina alla sera. Se fosse ancora in vita il professor Giancarlo Miglio, non crediamo di andare troppo lontani dalla realtà se etichettasse quali “parassiti” tutti i burocrati in salsa europea nonché gli utili idioti delle lobby, che infestano le istituzioni comunitarie. Ogni anno questo inutile carrozzone, buono solo per impedire e bloccare lo sviluppo delle nostre imprese, ci costa davvero troppo. Sarebbe anche arrivato il momento di dire basta alle spese inutili costituite dall’adesione a un consesso che – come ebbe mirabilmente modo di dire il presidente russo Putin durante la sua visita all’Expo del 2015 tenutosi a Milano – è diventato con il tempo un “ristretto comitato per affaristi” e non certo un’istituzione che cura gli interessi dei cittadini europei.
Parlando di altri consessi deleteri e pericolosi per la sicurezza globale, l’auspicio, è che venga anche ridimensionata la propensione guerrafondaia della NATO che in questi ultimi anni ha pericolosamente alzato il gomito, con le sue reiterate provocazioni nei confronti di Mosca.

Cosa cambierà invece a casa nostra? Abbiamo assistito alla solita, vergognosa campagna di leccaculismo operata dalla classe politica e da certi intellettualoidi da strapazzo di casa nostra. Tutti pronti ad esaltare la Harris, sperando in maniera a dir poco malcelata in un suo successo, adesso li vediamo starnazzare e comportarsi come i peggiori voltagabbana, visto che sono tutti saliti sul carro di Donald Trump. Il mainstream e l’intelligentia (soprattutto quella di sinistra e appartenenti a certi puzzolenti salotti) non aspettavano altro che la vittoria della guerrafondaia che di democratico ha davvero poco: le lobby globaliste e mondialiste, erano già pronte a brindare all’ennesimo azzeramento della volontà popolare commettendo i peggiori imbrogli. E, invece, stavolta le cose non sono andate così. Ha prevalso il malcontento nei confronti di politiche volte a distruggere i valori fondanti e fondamentali sui quali, da sempre, si poggia l’umanità, in nome di un’ideologia (in particolare quella gender e woke) destinata ad annientare lo sviluppo e il progresso umano.

A Trump spetterà il non facile compito, di ricostruire e di rimettere parecchie cose al proprio posto. Con un debito pubblico salito a livelli paurosi, e l’avanzata inesorabile del BRICS che ha intanto allargato la propria sfera d’influenza anche ai paesi africani, è presumibile che il tycoon terrà conto del fatto che il mondo non sarà più a sola “trazione occidentale”, ma dovrà tener conto di una visione multipolare che non può che fare del bene.

Per intanto da qui a gennaio 2025, data del reale insediamento di Trump alla Casa Bianca, i "vecchi occupanti" fanno subito capire che fino ad allora daranno ancora filo da torcere: è di pochi giorni fa la notizia che il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden aveva consentito all’Ucraina di utilizzare missili balistici a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire l’interno della Russia, ha affermato il New York Times, citando funzionari statunitensi. Anche se i democratici hanno fatto osservare che la decisione era stata presa due mesi prima che Biden lasciasse l’incarico presidenziale, è chiaro che l'intento è quello di continuare a provocare la Russia di Putin, aspettandosi una pericolosa reazione.

Alle nostre latitudini invece, cambierà poco o nulla perché questo sgangherato e ridicolo paese, privo di spina dorsale e di amor proprio, continuerà a svendersi ai propri padroni di stanza oltreoceano, secondo un consolidato cliché che ormai va avanti da quasi 80 anni.

Tutto continuerà ad essere, com’è sempre stato. A meno che, le tematiche federaliste non tornino a fare capolino nella discussione politica, così com’è avvenuto agli inizi degli anni ’90 con la grande illusione della Lega Nord. In tal caso, si potrebbero davvero aprire prospettive molto interessanti che rimetterebbero in discussione il ruolo di questo disastrato paese, negli equilibri geopolitici mondiali dei prossimi 20-30 anni.

Francesco Montanino


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